Dekru “Virtual Reality”

DEKRU: “Virtual Reality”

di Carlo Costantino

Foto di Franco Moret©. Tutti i diritti riservati.

Al teatro Capitol il Quartetto Dekru non delude le aspettative suscitate nel pomeriggio. Il quarto d’ora accademico di ritardo rispetto all’orario previsto di inizio mal si coniuga con la temperatura del locale, ma l’attesa, visto l’antipasto pomeridiano, è ben tollerata.

Veniamo accolti da un’atmosfera piacevole e da giovani che gentilmente ci accompagnano ai nostri posti. Il tempo di scambiare due parole con amici e conoscenti e, alle 9:45 lo spettacolo inizia (la musica, nell’attesa, aveva un volume a dirla tutta un po’ invadente).

L’avvio è scoppiettante e veniamo subito rapiti da un’atmosfera surreale, che ci lascia liberi di immaginare una realtà che ci viene rappresentata attraverso confini sfumati; una realtà virtuale e allo stesso tempo concreta, eterea ma tangibile.

Gli attori spaziano dal gioco con una simul-palla, durante il quale coinvolgono gli spettatori, ad una emblematica “commedia della vita”; da un brillante e divertente “crash test”, con manichini che si animano e si ribellano alla loro sorte, ad un esperimento di scultura antropica, al quale volentieri si prestano due ragazzi del pubblico.

I quadri si susseguono, continuando a divertire un’audience che non lesina applausi: figure magnetiche, la vita alienante e ritmata di un night club, quella ovattata e ondeggiante del mondo subacqueo, fino all’epilogo: un intreccio di corpi che, inneggiando alla vita, mostra quello che non c’è se non nella nostra mente, e culmina in un regalo agli astanti: i mimi si strappano il loro cuore palpitante per donarlo al pubblico, che lo accetta “di cuore”, tributando ai Dekru i meritati applausi a scena aperta.

Non ho visto uscire nessuno che non avesse almeno un mezzo sorriso sulle labbra.

Carlo Costantino