Aspettando L’Inizio

ASPETTANDO L’INIZIO

di Carlo Costantino

Immagine della locandina del Festival Internazionale di Teatro "L'Arlecchino Errante", edizione 2024 a tema "Reinventando l'umano". L'immagine mostra la reinterpretazione dell'artista di un volto umano mescolato con la tecnologia e adagiato sopra un'impronta digitale su uno sfondo ondulato.

In attesa della promettente 28^ edizione dell’ ”Arlecchino Errante”, in programma a Pordenone dal 3 al 10 settembre, gli amici, i simpatizzanti e i curiosi hanno potuto godere di un primo “assaggio” (in tutti i sensi) che la Compagnia di Ferruccio Merisi ha voluto offrire ai convenuti in una splendida cornice come il giardino della Scuola dell’Infanzia di Viale Martelli a Pordenone. Un’atmosfera rilassata ed informale ci ha accolto e messo perfettamente a nostro agio; le parole introduttive di Ferruccio ci hanno illustrato in semplicità il senso profondo della manifestazione, che fa propria la filosofia dell’ ”anti-eroe” Arlecchino, il quale, nella sua continua ricerca del nuovo, acquisisce, reinterpreta, a volte contamina e restituisce gratuitamente, nel suo eterno errare a contatto con le diverse realtà.

Gli interventi delle Autorità, il Sindaco Parigi e l’Assessore Cucci, lungi dal suscitare un senso di presenza di circostanza, hanno sottolineato il ruolo fondamentale del Festival per la cittadinanza; in particolare, il Sindaco ha espresso tutto il suo apprezzamento, condiviso dai presenti, per il carattere sempre innovativo, lo spirito popolare, i temi trattati, sempre ad ampio respiro, eppure calati nella realtà locale (“glocal”), l’autoironia, che centra l’obiettivo di entrare in empatia con il pubblico, il coinvolgimento mediante il teatro di strada. Tutti ingredienti che fanno dell’”Arlecchino Errante” un Festival unico nel suo genere, di cui Pordenone può a ben diritto andare fiera.

Il Gruppo “The Way” di Torre ci ha poi stupiti con un breve saggio a sorpresa delle loro abilità acrobatiche nella pratica del parkour; i giovani sono riusciti nell’intento di meravigliarci, appropriandosi di spazi comuni in modo funambolico.

A conclusione della mattinata, non è mancata una degustazione di vini e cibi all’insegna, non occorre dirlo, della sperimentazione intrigante. Le due chiacchiere tra i partecipanti che hanno fatto seguito alla presentazione, in un clima quasi bucolico, pur se a due passi dal centro cittadino e dal quotidiano di ognuno, hanno rinforzato in me, e credo in molti, la sensazione che una autenticità nelle relazioni sia sempre possibile, a patto di essere disposti, appunto, a reinventare l’umano.

Era allestito anche uno spazio per assistere a dei trailer e a delle interviste in video agli attori protagonisti dei prossimi spettacoli, tuttavia questo canale è stato un po’ trascurato. Come si dice, parafrasando Dante, “più che il… Saper poté il Digiuno…o la Gola…”.

Carlo Costantino